VIA COL VENTO, UN KOLOSSAL SENZA TEMPO

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Simone Tarditi è autore del saggio ‘Via col vento’ edito da Gremese.

Se c’è un film che può essere considerato il kolossal per eccellenza nella storia del cinema è ‘Via col vento’ di Victor Fleming, proiettato per la prima volta ad Atlanta negli Stati Uniti il 15 dicembre 1939. Impossibile dimenticare la verve spavalda di Scarlett O’Hara (Vivien Leigh) e il carisma guascone di Rhett Butler (Clark Gable), ma anche altri personaggi entrati ormai nell’immaginario collettivo (la dolce Melanie Hamilton di Olivia de Havilland, il titubante Ashley Wilkes interpretato da Leslie Howard, la risoluta Mummy portata sullo schermo da Hattie McDaniel, che vinse il premio Oscar per questo ruolo). Così come sono divenuti iconici i costumi di Walter Plunkett, dall’abito fiorito della festa alle Dodici Querce a quello di velluto ricavato dal tendaggio indossati da Vivien Leigh/Scarlett O’Hara.

Con gli anni, ‘Via col vento’ è divenuto una sorta di libro illustrato del quale tutti riconoscono le immagini e ricordano le didascalie, ovvero le scene e la sceneggiatura. In particolar modo rimangono le citazioni, tra cui la celeberrima frase pronunciata da Scarlett: “Dopotutto, domani è un altro giorno”.

Per questo, Simone Tarditi lo definisce ‘fuori dal tempo’, a volerne sottolineare l’unicità, e ripercorre i momenti che hanno portato alla sua realizzazione: dall’approfondimento sul libro da cui è tratto -il ‘romanzo della vita’ scritto da Margaret Mitchell- all’adattamento cinematografico, dalla genesi alla complessa realizzazione, dall’ambientazione storica della guerra civile americana ai dettagli della narrazione (come la famosa sequenza del ballo). L’autore si sofferma sull’evoluzione del personaggio di Scarlett, sulla guerra e la caduta delle illusioni che portano la protagonista ad acquisire una nuova consapevolezza (‘la nascita di un essere umano, la morte di una nazione’). Appassionante il racconto della creazione di alcune scene come l’incendio di Atlanta, girato il 10 dicembre 1938, per il quale “vennero affittate tutte le macchine da presa in technicolor di Hollywood”).

In chiusura del saggio ci sono materiali aggiuntivi interessanti, tra cui un’intervista a Mickey Kuhn, che interpretò il piccolo Beau Wilkes.

Una pubblicazione utile e preziosa per chi ama questo film, ma anche per chi in generale ama la storia del cinema, di cui ‘Via col vento’ è un caposaldo.

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