GENERAZIONE PERDUTA, LA STORIA DI VERA BRITTAIN

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Edita da Giunti, è uscita in Italia l’autobiografia di una delle più note giornaliste e pacifiste britanniche del secolo scorso, Vera Brittain. L’autrice di ‘Generazione perduta’ (‘Testament of Youth’) pubblicò il libro nel 1933, diversi anni dopo i fatti che sconvolsero la sua vita ovvero la Grande Guerra e la perdita di alcune tra le persone a lei più care. Già nei primi anni Venti aveva desiderato di tratteggiare sulla carta quei momenti così difficili, ma erano tempi troppo vicini ai fatti accaduti, occorreva sedimentare e sviluppare uno sguardo più obiettivo verso una generazione, come quella di Vera, che venne pesantemente influenzata dalla prima guerra mondiale.

Il libro è introdotto da una meditazione tratta dall’Ecclasiaste (‘…Questi furono uomini virtuosi, i cui meriti non furono dimenticati… I loro corpi furono sepolti in pace, ma il loro nome vive per sempre’) e nella premessa la Brittain scrive che sentiva il bisogno di mostrare a tutti quello che la Grande Guerra e il periodo successivo avessero significato per gli uomini e le donne nati e cresciuti poco prima che scoppiasse. Un racconto dal quale emerge lo spaccato della classe media inglese del tempo, con i suoi interessi, la sua etica, gli ideali sociali e politici; una società uscita dal moralismo imperante vittoriano che sotto il nuovo sovrano, Edoardo, vive un nuovo slancio, si emancipa e vede la nascita del movimento femminista delle suffragette.

L’autrice nasce da una famiglia borghese dello Staffordshire. Dopo alcuni spostamenti, i Brittain si stabiliscono a Buxton, località montana termale nel Derbyshire, dove Vera e il fratello Edward crescono in un ambiente piuttosto chiuso, in cui le giovani sono fortemente orientate al matrimonio e pochi genitori sono intenzionati a preparare le figlie per carriere o lavori pratici, indirizzandole invece verso un buon partito perché ‘il potere si può ottenere attraverso un buon marito’. Ciò nonostante, Vera coltiva il sogno di continuare a studiare, è attratta dalla letteratura e ottiene una borsa di studio. Quando si reca ad Oxford le si apre un mondo, comincia ad interessarsi delle problematiche legate alla società e abbraccia le idee femministe dopo la lettura di ‘Donna e lavoro’ di Olive Schreiner. La sua è una generazione di giovani entusiasti della vita e idealisti, ma anche profondamente ingenui, destinati a divenire facili vittime della propaganda bellica. All’inizio la guerra è vissuta da Vera come “un’esasperante interruzione della vita personale piuttosto che una catastrofe mondiale”. Ma ben presto si arruolano il fratello Edward, al quale è legatissima, gli amici Victor e Geoffrey, e il giovane che ama profondamente e con il quale ha iniziato una relazione, Roland. Buxton, come buona parte delle località inglesi, diventa una sorta di centro militare (alberghi trasformati in depositi per le milizie territoriali), stravolgendo la tranquilla routine dei suoi abitanti. La guerra si insinua nella vita di ciascuno fino a modificarla e Vera prende la decisione di lasciare lo studio per diventare crocerossina…

Una storia profonda e toccante che si intreccia a numerose riflessioni personali sulla vita, la morte, la guerra e la pace, l’amore e la cultura, e che ha ispirato il film ‘Testament of Youth’ di James Kent con Alicia Vikander, Kit Harington, Taron Egerton, Colin Morgan, Jonathan Bailey, Emily Watson, Hayley Atwell, Anna Chancellor, Dominic West e Miranda Richardson. Presentato in anteprima al BFI Film Festival di Londra nel 2014, è uscito nelle sale inglesi a gennaio 2015 e in quelle statunitensi a giugno 2015.

‘Generazione perduta’ di Vera Brittain, Giunti, 640 pagine, 16 Euro.

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