COMANDANTE, IL CORAGGIO DI SALVATORE TODARO

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Edoardo De Angelis dirige Pierfrancesco Favino nel film ‘Comandante’, la storia del comandante della Regia Marina Salvatore Todaro, nato a Messina nel 1908. La sua vita è quella dell’uomo di mare, da questo non può prescindere e per questo rinuncia alla possibilità di restare a casa, accanto a sua moglie in attesa di una figlia, dopo un incidente che gli ha procurato un’invalidità.

Foto di Enrico De Luigi

Siamo nel 1940. L’Italia è in guerra, Todaro è al comando del nuovo sommergibile Cappellini. Nella Marina i sommergibilisti sono quelli ‘invisibili’, sia da vivi che da morti, invisibili nella profondità degli abissi. Nel sottomarino convivono in spazi angusti i marinai di Torre del Greco e quelli di Trieste. Coraggio ed eroismo, voglia di vivere e paura. Mentre il Cappellini naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile belga, il Kabalo, che apre il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano. Dopo una violenta battaglia, il mercantile viene affondato a colpi di cannone e il comandante Todaro prende una decisione audace e controcorrente: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a rischio la sua vita e quella del suo equipaggio.

La storia vera di un militare che è prima di tutto un uomo, in un contesto di guerra in cui nonostante le avversità e l’imposizione della violenza, rimanere umani è possibile.

Foto di Enrico De Luigi

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